Scienza, tecnologia e management della salute: al via il nuovo corso di dottorato promosso dalla Scuola Sant'Anna per formare ricercatori e professionisti con competenze interdisciplinari. Per la prima volta coinvolti tutti gli Istituti
Formare ricercatori e professionisti che sappiano affrontare la complessità dei sistemi sanitari in maniera innovativa, grazie a un percorso interdisciplinare che comprenda temi di carattere medico, tecnologico, giuridico, economico, etico, filosofico e manageriale: sono la sfida e l’obiettivo del nuovo corso di dottorato “Scienza, tecnologia e management della salute”, lanciato dalla Scuola Superiore Sant'Anna, la cui giornata di apertura si tiene in modalità mista (parte in presenza e parte da remoto) martedì 12 gennaio dalle ore 14.30 nell’aula magna della sede centrale. In programma anche gli interventi della rettrice Sabina Nuti, del coordinatore Michele Emdin, docente di Cardiologia all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna e direttore del Dipartimento Cardio-Toracico della Fondazione G. Monasterio, della vice coordinatrice Milena Vainieri, docente di Economia e gestione delle imprese e coordinatrice del Laboratorio MeS Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant'Anna.
Si tratta di un percorso mai tentato prima alla Scuola Superiore Sant'Anna, per un corso che si concentra sui temi della sanità, della salute e dell’equità dei sistemi sanitari, caratterizzati da complessità, interdisciplinarietà e dinamicità. Servono infatti strumenti nuovi e capacità di gestione per rendere sostenibili i sistemi sanitari, per garantire livelli di cure adeguate. Per la prima volta, è prevista la partecipazione congiunta di tutti e sei gli Istituti: BioRobotica, Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo), Economia, Management, Scienze della Vita, TeCIP (Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione, della Percezione) a testimoniare un programma che spazia da temi come il diritto della salute e alla salute, le tecnologie innovative come la telepresenza e gli ambienti virtuali che si diffonderanno negli ospedali, di pari passo con la telemedicina, il ruolo della bioingegneria per la medicina, l’attenzione alla valutazione delle performance e agli aspetti manageriali.
Altrettanto interdisciplinare è la formazione di provenienza delle studentesse e degli studenti che martedì 12 gennaio iniziano il corso di dottorato: un medico igienista (Erica De Vita, da Oristano), un medico internista (Jessica Iera, da Lamezia Terme), una giurista (Elena Pavan, da Segrate), due economiste (Carmen Angioletti da Matera e Sara Zuccarino da Genova), uno scienziato della comunicazione aziendale (Luca Pirrotta da La Spezia). A sostenere l’avvio del corso di dottorato in “Scienza, tecnologia e management della salute” attraverso l’erogazione di borse di studio per tutte le allieve e per tutti gli allievi, sono in particolare due Istituti della Scuola Superiore Sant’Anna (Istituto di Management attraverso il Laboratorio MeS Management e Sanità e Istituto Dirpolis _ Diritto, Politica, Sviluppo); due aziende sanitarie toscane (Fondazione G. Monasterio e Azienda Usl Toscana Sud Est), Spi-Cgil della Toscana, Tim.
Grazie all’approccio interdisciplinare, le allieve e gli allievi potranno comprendere quanto, quando e come le tecnologie possono modificare i processi sanitari, per migliorare la salute delle persone e della popolazione. Le sfide che i professionisti e i ricercatori affronteranno, al termine dei tre anni di dottorato, riguardano la messa a punto di strategie “su misura”, anche per garantire la prossimità dei servizi e l’eccellenza dell’offerta sanitaria; migliorare rapporti tra sistemi sanitari differenti, sia a livello nazionale e interregionale, sia tra Stati; ridurre la distanza tra l’avanzamento delle conoscenze, il progresso delle tecnologie e i processi di diagnosi e cura. Particolare attenzione sarà dedicata anche alla capacità di resilienza dei sistemi sanitari in situazioni di emergenza (ad esempio la pandemia da Covid-19), alla difesa delle categorie più fragili di popolazione per età, sesso, contemporanea presenza di malattie, censo, copertura sanitaria e all’analisi delle valenze dei rapporti familiari, lavorativi, sociali, intergenerazionali nell’evoluzione delle categorie di patologia.
“Prevenire la malattia, curare la salute nella forma delle malattie croniche ed endemiche nella società occidentale e nella difesa dalle emergenze, come è stato per la pandemia provocata dal virus responsabile del Covid-19 – sottolineano i coordinatori Michele Emdin e Milena Vainieri - è tema che riguarda i clinici ma anche i professionisti, chiamati ad affrontare la complessità dei sistemi sanitari dal punto di vista organizzativo, giuridico, etico, filosofico ed economico. Il nuovo corso di dottorato garantisce a laureate e laureati la possibilità di studiare strumenti che, in futuro, possono garantire un approccio universale a soluzione di problemi che mettono in discussione la sostenibilità dei sistemi sanitari e di welfare”.
Il programma della giornata di apertura, martedì 12 gennaio dalle ore 14.30. Dopo gli interventi della rettrice Sabina Nuti, dei coordinatori Michele Emdin e Milena Vainieri, la lettura introduttiva è affidata al direttore dell’Accademia di formazione per il Servizio Sociosanitario della Regione Lombardia Alessandro Colombo. Seguono gli interventi del docente di Diritto costituzionale all’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) Emanuele Rossi (“Ineffabile eppur fondamentale: il diritto alla salute”); del docente di Meccanica applicata alle macchine all’Istituto TeCIP Massimo Bergamasco (“Telepresenza e ambienti virtuali per l'ospedale del futuro”); del docente di Telecomunicazioni all’Istituto TeCIP Piero Castoldi (“Tecnologie per teleassistenza e telemedicina”); della prorettrice vicaria e docente di BioIngegneria all’Istituto di BioRobotica Arianna Menciassi (“Robotica e bioingegneria per le scienze mediche”). Chiude la giornata una sessione interattiva con i docenti e il personale tecnico amministrativo che accompagneranno le dottorande e i dottorandi in questi tre anni di formazione e ricerca sul campo.